Che cosa sono le alghe?
Le alghe sono dei vegetali clorofilliani. Sono principalmente acquatiche (acque dolci o marine).
Appartengono al genere thallophyte perché non possiedono né gambo, né foglie, né radici, né fiori ma un “tallo”, apparato vegetativo dei vegetali inferiori (funghi, licheni, alghe), costituito da un tessuto più o meno differenziato, non vascolarizzato. Il tallo presenta degli aspetti molto vari: può essere formato da una sola cellula, come nelle alghe unicellulari o da parecchie cellule.
Può essere filamentoso con o senza ramificazione; lamelliforme formato da fronde semplici o ramificate. Le alghe galleggianti e soprattutto quelle microscopiche fanno parte del plancton.
Esse sono vegetali clorofilliani perché il loro tallo, come i vegetali superiori, pratica la fotosintesi clorofilliana: la clorofilla trasforma, sotto l'azione della luce, le sostanze inorganiche (acqua, CO2, sali minerali) in materie organiche.
Le alghe si dividono in quattro gruppi principali in base alla loro pigmentazione e al tipo di riproduzione.
Le alghe verdi (Chlorophycaee)
Ci interessano prima di tutto perché abbondano nelle nostre vasche di acqua dolce.
Vivono vicino alla superficie delle acque perché hanno bisogno di moltissima luce per svilupparsi.
Le alghe brune (Phaeophycaee)
La loro clorofilla è associata ad un pigmento bruno (fucoxantina); sono quasi tutte marine e sono rappresentate da numerose specie (Fuco, diatomee, sargassi.).
Le alghe rosse (Rhodophycaee)
Anche loro sono quasi tutte marine. Il loro pigmento (Phycoerythrina) ha la proprietà di assorbire le radiazioni di lunghezza d’onda corta e trasmetterle alla clorofilla che svolgerà la fotosintesi; per questo possono vivere a grandi profondità.
Le alghe blu (Cyanophycaee)
Sono alghe di piccola taglia, spesso microscopiche che presentano delle caratteristiche comuni con i batteri; si riproducono per semplice divisione della cellula; il loro pigmento (phycocyanina) è miscelato in grande quantità alla clorofilla.
Perché l'acqua diventa verde?
L’acqua verde è sempre legata ad una eutrofizzazione più o meno importante del mezzo acquatico. Appena il sole riscalda la superficie dell’acqua, sia le alghe unicellulari microscopiche, che quelle pluricellulari, filamentose, iniziano a svilupparsi.
Queste alghe rappresentano il cibo per lo zooplancton (piccoli animali acquatici) e per i molluschi filtratori (vongole d’acqua dolce). Questi microrganismi sono indispensabili all'equilibrio biologico del laghetto.
Purtroppo, se le alghe si sviluppano più velocemente di quanto esse non possano essere mangiate, provocano uno squilibrio biologico del sistema: cibo in partenza, finiscono per diventare inquinanti perché consumeranno la maggior parte dell'ossigeno sciolto in acqua. È la proliferazione di questi vegetali che colora di verde l'acqua della vasca. L'eccesso di alghe opacizzerà l’acqua, limiterà la penetrazione della luce ed impedirà la fotosintesi delle piante. Il sistema acquatico, così impoverito, finirà per causare la morte della fauna zooplanctonica così come di una parte delle alghe ed accentuerà ancora oltre la degradazione dell’habitat e lo squilibrio biologico dello stagno. I pesci finiranno per morire, così come gli anfibi e gli insetti.
Normalmente, i microrganismi ed i batteri aerobici (che lavorano in presenza di ossigeno) riciclano queste materie organiche, le mineralizzano per mezzo dell'ossigeno per dare essenzialmente azoto e fosforo, sali minerali necessari alla crescita delle piante.
La mineralizzazione della melma contribuisce a diminuirne il volume.
In presenza, invece, di un'elevata temperatura, di una diminuzione dell'ossigeno sciolto e di un apporto eccessivo di materie organiche da decomporre, diminuiscono i batteri aerobici ed aumentano quelli anaerobici (che vivono in ambienti poveri di ossigeno). Al contrario dei batteri aerobici, quelli anaerobici non mineralizzano la sostanza organica ma liberano dei gas tossici come il metano o l'anidride solforosa.
Come combattere l'acqua verde?
Idealmente, bisognerebbe impedire ogni forma di inquinamento, il che è illusorio: come evitare che i pesci sporchino, le piante perdano le foglie ed il sole riscaldi l'acqua...?
Esistono degli alghicidi, prodotti chimici a base di ammonio quaternario che rendono l’acqua limpida durante il loro periodo di azione. Ma appena l'effetto del trattamento si dissipa, le alghe ritornano e spesso anche di più. Esse, così uccise, rappresentano una nuova sorgente di materie organiche da dover neutralizzare.
Si sa, inoltre, che queste sostanze chimiche rappresentano un pericolo per lo zooplancton che ha il ruolo di netturbino ed è un anello indispensabile all’ecosistema acquatico.
Ombreggiare una parte dello stagno farebbe diminuire la proliferazione delle alghe ma frenerebbe la crescita delle piante acquatiche le cui radici servono da supporto ai batteri aerobi.
Anche il cambio dell’acqua è un sistema illusorio. Con l’acqua nuova si introducono nuovi sali minerali e dopo alcuni giorni, l'acqua rinverdirebbe.
Che fare, allora. Dovete usare le stesse armi della natura.
Prima di tutto incominciate a ombreggiare la superficie dell’acqua per almeno un 40 % utilizzando le ninfee, che hanno foglie galleggianti, e le piante galleggianti come la Pistia stratiotes, la Trapa natans, l’Hydrocaris morsus-ranae…
Evitate di porre la vostra vasca vicino agli alberi, l'incremento della massa organica è considerevole all'epoca della caduta delle foglie. Eliminate il surplus di pesci (da 2 a 3 pesci max. per m3 di acqua), altrimenti rinforzate il vostro sistema di filtrazione. Evitate di sovralimentare i pesci.
Uno dei mezzi più efficaci e naturali di lotta contro l'eutrofizzazione è indiscutibilmente l'ossigenazione dell’ambiente.
Perciò introducete un numero sufficiente di piante ossigenati, Elodea canadensis, Ceratophyllum demersum, Myriophyllum spicatum...).
Anche il movimento prodotto da cascate ruscelli zampilli apporta ossigeno vitale.
Nelle vasche ricche di piante e con una popolazione animale scarsa, questi provvedimenti possono bastare.
Per le vasche a forte popolazione ittica e per le vasche di Koi, l'utilizzazione della lampada a raggi UV.C è raccomandata se non addirittura indispensabile.
L'uvc non ha alcun effetto sulle alghe filamentose.
Per queste ultime è necessario intervenire meccanicamente rimovendole con la mano o con un rastrellino. Ricordate che l'alga filamentosa è una tallophyta clorofilliana e dunque un vegetale inferiore. L'assimilazione clorofilliana, o fotosintesi (la clorofilla trasforma, sotto l'azione della luce, le sostanze inorganiche -acqua, CO2, sali minerali- in materie organiche), è un processo che comporta parecchie tappe, un po’ come il programmatore di una lavatrice. Per i vegetali inferiori, occorre obbligatoriamente che il ciclo sia completo altrimenti la fotosintesi interrompe.
Non è così per i vegetali superiori, cioè le piante del vostro stagno, che possono accontentarsi di una parte del ciclo. Se in numero adeguato, le piante superiori entrano concorrenza alimentare con le alghe che, private di cibo, regrediscono.
Solo con il buon senso e con la pazienza verrete a capo di questo piccolo problema.