Dal punto di vista biologico, l'insieme di tutte le piante acquatiche può essere ridotto a tre gruppi:
- quello delle piante per terreni umidi
- quello delle piante palustri
- quello delle piante acquatiche, sia fissate al fondo sia galleggianti.
Differiscono per la loro fisiologia ed è necessario possedere alcune conoscenze elementari per il loro utilizzo. A causa della scelta considerevole di tutti questi gruppi di piante, bisognerà selezionare alcune specie vegetali.
Se si possiede un piccolo giardino dotato di una vasca di piccole dimensioni, è utile tenere presente che le vere piante acquatiche, viventi sotto la superficie dell'acqua, sono meno visibili delle piante palustri e per terreni umidi le cui foglie e fiori, spesso notevoli, superano il livello della superficie dell'acqua. Poiché non si possono coltivarle tutte, si privilegerà le ultime rispetto alle prime.
Al contrario se si possiede un grande lago dove tutte le altezze d'acqua necessarie alla coltivazione delle piante sono rappresentate, è evidente che la scelta delle piante coprirà tutti i gruppi sopra citati.
Le piante per terreni umidi occupano una zona particolare sfruttando la presenza di un terreno fresco ma areato e un’atmosfera umida grazie alla presenza dell’acqua indispensabile alla loro sopravvivenza. Queste piante non crescono necessariamente vicino ad uno stagno.
Occasionalmente si possono trovare nei sottoboschi, nei pressi di sorgenti, lungo i canali di drenaggio o nel fondo valle con terreno acquitrinoso. Sopportano brevi periodi di siccità ma degenerano se sono private dell’acqua per lungo tempo.
La loro importanza nell’arredamento di un giardino è fondamentale per due motivi: spesso sono più colorate delle piante puramente acquatiche ed inoltre permettono con la loro vegetazione generosa di ingrandire lo spazio attorno al laghetto dando l’impressione che sembri più grande di quanto non sia in realtà.
"I piedi nell'acqua e la testa al secco":
Le piante palustri occupano quella zona di transizione tra il dominio dell'acqua nel senso stretto ed il resto del giardino. La parte superiore della pianta, fogliame e fiori, si sviluppa sopra il livello dell’acqua, mentre il colletto ed il sistema radicale si trovano nell'acqua.
L'epidermide degli organi aerei è ricoperta spesso di una cuticola impermeabile provvista di stomi. La cuticola impedisce il disseccamento della pianta, mentre gli stomi assicurano le funzioni di assimilazione clorofilliana, di traspirazione e di respirazione, eliminazione del vapore acqueo e scambi gassosi.
Il parenchima (tessuto che costituisce la parte attiva di un organo vegetale) delle piante palustri è un po' simile a quello di certe piante acquatiche, nella misura in cui contiene delle lacune aerifere. I tessuti conduttori sono molto sviluppati; i tessuti di sostegno delle pareti cellulosiche o lignificate sono sempre presenti ed assicurano la rigidità degli organi aerei. Il sistema radicolare è molto sviluppato, serve al mantenimento e permette l'assorbimento delle sostanze nutritive sciolte nell'acqua o presenti nel substrato. Grazie a questa organizzazione, queste piante non temono il disseccamento.
La loro epidermide è generalmente verde, senza cuticola né stomi, ma tuttavia permeabile ai gas ed ai sali sciolti nell'acqua come nelle ossigenanti. In quelle che possiedono foglie galleggianti, come le ninfee, l'epidermide superiore in contatto con l'atmosfera possiede cuticola e stomi. Le lacune aerifere sono più sviluppate e permettono il sostegno delle foglie e dei gambi per galleggiamento.
Generalmente queste piante sono fissate al sostrato con corte radici, eccetto le piante che possiedono dei tuberi o dei rizomi come per esempio le ninfee. I tessuti conduttori sono molto ridotti poiché è l'epidermide che assorbe le sostanze nutritive sciolte nell'acqua. La loro traspirazione è quasi nulla ed il desseccamento non può avvenire; gli scambi gassosi si effettuano per diffusione attraverso l'epidermide del fusto e delle foglie.
La fisiologia vegetale
Tutte queste piante, che siano per terreni umidi, palustri o acquatiche, sono legate a quattro fattori limitanti (legge del minimo), condizionando imperativamente la loro vita, la loro crescita e la loro riproduzione. Sono la luce, l'anidride carbonica, la temperatura e le sostanze nutritive. I primi tre fattori sono intimamente legati e partecipano alla funzione primordiale che è l'assimilazione clorofilliana o fotosintesi. A questa si aggiunge il processo di nutrizione della pianta a partire dalle sostanze organiche e minerali.
Quante e quali piante immettere in un laghetto?
La scelta deve essere fatta in base alla funzione biologica di ogni gruppo di piante. Per riuscire a creare un ecosistema autosufficiente e con acqua pulita è necessario rispettare poche regole.
La superficie dell'acqua esposta alla luce solare deve essere coperta per il 40% da foglie di ninfee. Riducendo le radiazioni solari si evita il surriscaldamento dell'acqua e la conseguente crescita di alghe.
Il 40% del fondo deve essere tappezzato da piante ossigenanti.
La loro funzione biologica è:
- fornire ossigeno ai microrganismi che hanno il compito di decomporre la sostanza organica
- consumare sali minerali sottraendoli alle alghe che rendono l'acqua verde.
Queste piante, che vivono completamente sommerse, non sono spettacolari e neanche bellissime ma sicuramente sono le più utili. Presenti in una certa quantità assicurano un’acqua limpida.
Le piante ossigenanti giocano un ruolo fondamentale nella vita di un laghetto. Esse liberano grosse quantità di ossigeno durante il giorno, elemento di vitale importanza per tutti gli organismi viventi dello stagno. Il loro numero deve essere proporzionato alla quantità d’acqua presente nel laghetto. Se fossero in quantità ridotta l’ossigeno sarebbe insufficiente, sarebbe favorita la crescita delle alghe e l’acqua diventerebbe verde. Oltre ad ossigenare queste piante offrono un ottimo rifugio e alimento a tutti gli avannotti appena nati spesso facili prede dei pesci adulti.
Le piante ossigenanti sono il vero motore di un laghetto; senza queste piante diventa difficile contrastare la crescita delle alghe.
Un ulteriore 10% della superficie deve essere coperto da piante galleggianti, che contribuiscono con le loro radici fluttuanti a filtrare ulteriormente l'acqua.
Infine, il 20%, attenzione, del perimetro deve essere occupato da piante palustri. I loro ammassi radicali svolgono una importante azione di fitodepurazione.
Per fare un esempio, in un laghetto di 4x3 metri, cioè 12 mq occorrono:
- 5 ninfee
- 5 ossigenanti
- 3 galleggianti
- 12 piante palustri
Nella scelta del numero vale la regola di evitare una mescolanza eccessiva di specie diverse. Meglio un numero ristretto di varietà con numerosi esemplari per ogni gruppo.
Con questa premessa diventa facile scegliere le nostre piante.